La "careta di bei mat", così avevano ribattezzato i paracadutisti milanesi
il Qaret el Himeimat nel lontano 1942 quando la Folgore era attestata sui 15 km
di fronte assegnatogli all'estremo sud dello schieramento italo-tedesco.
Con la sua caratteristica forma a gobbe di cammello, da cui l'omonimo "passo del
cammello", il Qaret rappresentava la punta più avanzata dei reparti italiani e
sulla sua cima, a quota 216 metri era posto l'osservatorio del 185° reggimento
artiglieria.
Possiamo solo immaginare la visione che ebbero i nostri soldati la sera del 23
ottobre 1942, quando 400 cannoni dell'artiglieria britannica aprirono
contemporaneamente il fuoco illuminando a giorno l'orizzonte.
Ben diversa, invece, la visione che si è presentata ai nostri occhi quando, lo
scorso 4 marzo, dopo aver risalito lo scosceso sentiero sul lato sud, ci siamo
trovati davanti l'immensità del deserto, proprio da quella cima, dalla buca
dell'osservatorio e siamo rimasti senza parole.............in silenzio.
Spaziando da sinistra a destra il nostro sguardo ha incontrato solo sabbia e
rocce, sulla destra il tavolato di Naqb Rala con il Passo del Carro e a
sinistra, in lontananza, il costone di Deir el Munassib. Eppure quel paesaggio
così piatto e impenetrabile ci ha trasmesso delle emozioni e delle sensazioni
indescrivibili. Stavamo camminando sulla storia, toccando quelle sabbie che
avevano visto eserciti scontrarsi, migliaia di uomini morire per la propria
bandiera e tanti, tanti eroi..........
Proprio sul Quaret, con una breve cerimonia, tra le buche ancora ben visibili,
abbiamo seppellito un tricolore con il simbolo della nostra sezione. Una
cerimonia nella quale il labaro monzese dell'ANPd'I e dell'ANNRA e la bandiera
del Plotone Avvoltoi hanno garrito al vento e il grido "Folgore" ha spezzato il
silenzio del deserto.
Sappiamo di non aver fatto niente di eccezionale, ma aver portato un tricolore
in quel luogo che per noi è leggendario ci ha inorgoglito e ha dato un senso
ancora più grande al nostro pellegrinaggio.
Già tre giorni prima avevamo visitato il Sacrario, dove, con una cerimonia breve
ma solenne abbiamo reso omaggio ai nostri caduti.
Momenti di commozione al canto dell' Inno di Mameli, alla lettura della
Preghiera del Paracadutista, ma l'apice dell' emozione è stato raggiunto quando
lanciato il triplice grido di "Folgore" per l'onore ai caduti, l'eco sembrava
non spegnersi mai..................Da brividi!
Ci siamo resi conto di quanto diverso sia cantare le nostre canzoni durante le
serate associative, alle cene o ai raduni e invece cantarle mentre inquadrati si
percorre il viale della Corte d'Onore che dall'ingresso porta al Sacrario; di
quanto diverso sia parlare del Conte Paolo Caccia Dominioni e invece essere
all'interno di Quota 33, vedere e toccare le sue cose, capire dove e come ha
vissuto i suoi 14 anni nel deserto per realizzare la sua meravigliosa e
meritoria opera.
Mi sono venute in mente le parole dei nostri due "folgorini" (scomparsi da pochi
anni) Franco Gremignani e Edgardo Lioci che dicevano spesso: "...non possiamo
descrivervi appieno quello che abbiamo vissuto, forse quando vi capiterà di
andare a El Alamein potrete capire qualcosa di più..."
Avevano ragione, questa esperienza ci ha arricchito nei sentimenti nello spirito
e negli ideali che escono rafforzati da queste giornate passate tra Sacrari,
musei e luoghi di guerra.
Nel museo del Sacrario abbiamo ammirato i cimeli e le armi dei nostri soldati,
mentre nel museo di El Alamein la panoramica sugli avvenimenti in Africa
settentrionale è stata impareggiabile.
Non poteva mancare, per chi come noi, si considera ancora un soldato, la visita
al Sacrario tedesco e al cimitero di guerra britannico e in entrambi sostare
sull'attenti per un minuto di silenzio in ricordo di tutti i caduti.
Alleati o avversari che fossero allora.
Alla spedizione hanno preso parte i paracadutisti Crippa Francesco, Ronco Bruno,
Tagliabue Fabio, Nava Gianni, Silva Giorgio, Beretta Massimo, Aldo Falciglia
(pres. sezione di Saronno), Manfredi Doriano, Panini Roberto, il brigadiere capo
in riserva Galbiati Gaetano, i soci Ruggeri Alberto, Palma Elena e Crippa
Riccardo.
FOLGORE!!!!!!
EL ALAMEIN 27 Febbraio / 5 Marzo 2207
Par. Francesco Crippa
Presidente sezione di Monza